Passeggiata al borgo
Una semplice passeggiata può risvegliare numerosi sentimenti. Dipende da quello che guardi, che osservi.
Salendo le scale che da San Leonardo portano al castello c’è un bel tratto da percorrere.
Strade avvolte da palazzi antichi e nobiliari, piazzette piccole, corti minuscole, vicoli stretti e bui pieni d’odori antichi misti a muffe e umidità. Tutto in un silenzio quasi fantastico.
In una giornata che volge alla sera, l’insieme assume toni ancora più malinconici e struggenti. Sembra quasi tutto fermo, un parlante muto, immobile, che cerca, che spera di essere visto veramente.
Il passato vissuto da quei muri, da quelle abitazioni è rimasto incastrato tra le pietre e gli intonaci scrostati, sembrano trasudare storie antiche ma sempre vive. Voci di bambini che giocano vivaci mentre aspettano di essere chiamati per la cena o voci di donne di varie età, che chiacchierano ancora sugli usci di casa, bucati stesi che ondeggiano ad un vento leggero primavera.
Il buio sta prendendo il sopravvento, ma un altro spettacolo si apre ai miei occhi giunti alla sommità del monte. Le luci del tramonto sfocano le migliaia e migliaia di luci che si accendono vivide illuminando più in basso, la città nuova e il suo movimento, un’aria fresca e profumata invade senza volerlo non solo le narici ma anche l’anima e ti riconcilia con il vivere.
Ogni posto può essere il più bello del mondo e l’affetto te lo fa vedere ancora più bello ma, esiste anche un’oggettività delle cose che ti fa apprezzare il bello a prescindere dalla tua affezione. L’affezione invece, dovrebbe muovere tutti ad una cura e ad una manutenzione costante.
Riprendo il cammino per tornare a casa e una sorta di eccitazione, di speranza bambina mi accompagna facendomi guardare la strada già percorsa, ancora piena di immagini di consuetudini e di vita, sono consapevole del mio sogno ad occhi aperti ma mi riempie di gioia e sono contenta così.
